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Mario Ceroli

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Mario Ceroli (Castel Frentano, 1938) è uno scultore e scenografo italiano. Formatosi all’Accademia delle Belle Arti di Roma, sotto la guida di Leoncillo Leonardi e Pericle Fazzini, riproduceva inizialmente sculture di ceramica. Negli anni Sessanta, impressionato dalla Pop art tramite le opere di Louise Nevelson e di Joe Tilson, arrivò ai materiali e alle forme che avrebbero caratterizzato successivamente le sue creazioni: silhouette di oggetti sagomate in legno, prive di colore, talvolta ripetute in serie(Ultima cena, 1965, Galleria nazionale d’Arte Moderna a Roma; Uomo di Leonardo, 1964; La Cina, 1966), connesse ad uno spazio che diventa tema essenziale (Cassa Sistina, 1966), oppure tracciate a tempera e a inchiostro (La porta, il cenacolo, 1981; Giorno, Notte, 1982). Nel 1967-1968 prese parte alle mostre del gruppo dell’Arte povera.

Ha svolto anche un’intensa attività di scenografo, collaborando con il Teatro Stabile di Torino (scenografia del Riccardo III di Shakespeare, 1968) e con La Scala di Milano (scenografia della Norma di Vincenzo Bellini). Nelle sue sculture, frequenti le citazioni da famose opere del passato, come quelle di Leonardo, di cui ha parafrasato con i suoi legni il disegno dell’”uomo vitruviano” (Disequilibrium, 1967) e L’Ultima Cena (legno dipinto, 1981).

Per San Lorenzo ha realizzato nel 1976 l’opera “Farfalle in gabbia”, un esemplare unico. La forte espressività dell’intuizione di Ceroli è strettamente collegata all’esperienza autobiografica dell’artista riferita al periodo del suo soggiorno a New York negli anni sessanta, correttamente documentata da una fotografia che ritrae l’autore nel suo atelier newyorkese accanto ad una grande installazione in legno che ripropone il soggetto della farfalla prigioniera del contesto.